INFERTILITA' MASCHILE
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Si definisce comeinfertilità maschile, ogni caso di infertilità secondario ad una condizione di dispermia, ovvero di anomalia del liquido seminale ed in particolare del numero o della qualità degli spermatozoi; tale condizione, non sempre secondaria a vere e proprie patologie, va prima di tutto confermata attraverso un’analisi, possibilmente ripetuta, del liquido seminale, e confrontata con un attenta valutazione specialistica dell’apparato riproduttore maschile e di tutti gli altri elementi di possibile influenza sull’apparato riproduttore stesso.
I parametri di primo interesse nella valutazione della fertilità dal punto di vista seminologico, sono rappresentati dalla concentrazione, dalla motilità e dalla morfologia degli spermatozoi, mentre altre anomalie del liquido seminale possono orientare il sospetto del medico nei confronti di particolari condizioni come le infezioni o le ostruzioni delle vie escretrici seminali.
Dal punto di vista clinico-diagnostico, i pazienti vengono valutati attraverso un attento esame clinico, mirato ad escludere anomalie congenite o acquisite misconosciute dell’apparato genitale e a valutare il grado di androgenizzazione (sviluppo corporeo in senso maschile); il pene viene valutato sia per identificare eventuali anomalie anatomiche, in particolare del prepuzio (foglietto di rivestimento cutaneo/mucoso del glande) ed il meato uretrale esterno (orifizio di fuoriuscita delle urine), e per escludere segni di malattia infettiva o displasia della mucosa (HPV, tumori, ecc.).
Grandissima attenzione viene poi rivolta alla valutazione dei testicoli, che oggi è affidata in gran parte allo studio ecografico e vascolare (ecocolordoppler, ECD) della ghiandola; essa permette uno studio delle ghiandole testicolari fortemente indicativo sulla qualità del parenchima (polpa testicolare), evidenziando eventuali segni di ridotto sviluppo congenito delle ghiandole stesse (non sempre caratterizzato dalle ridotte dimensioni della ghiandola alla palpazione) o segni di ridotto trofismo strutturale acquisito; grazie a queste indagini strumentali, peraltro, la valutazione per infertilità si traduce in una preziosa occasione di precoce riscontro di anomalie testicolari in stadio iniziale, che diversamente non potrebbero mai essere scoperte prima della comparsa di sintomi, purtroppo caratteristici degli stadi più avanzati. L’estensione dello studio ecografico (ECD) all’epididimo (inizio delle vie escretrici seminali, corrispondente alle tube nelle donne) ed al funicolo spermatico (cordone di ancoraggio e comunicazione tra testicolo e addome, depositario di strutture vascolari, nervose e linfatiche) consente inoltre l’identificazione di altre comuni affezioni di possibile interesse terapeutico (epididimiti, cisti, spermatoceli, ecc..) e permette la valutazione della continenza venosa a livello delle vene del plesso pampiniforme per esclusione, identificazione e/o stadiazione del varicocele, condizione quest’ultima, statisticamente associata ad infertilità maschile e frequentemente motivo di richiesta di trattamento.
La valutazione clinica dei pazienti è completata dallo studio ecografico non invasivo sovra-pubico della prostata e delle vescicole seminali, con l’obiettivo di ottenere importanti informazioni anatomiche e funzionali sul tratto più distale (finale) delle vie escretrici seminali.
La valutazione andrologica per infertilità maschile, tanto completa quanto semplificata, come sintetizzato in questa breve rassegna, fornisce al medico-clinico stesso, ai pazienti e a tutte le altre figure professionali coinvolte (ginecologo, medico di medicina generale, ecc…) una visione fortemente particolareggiata, ricca di utili informazioni su distinti aspetti di fisiopatologia, e mirata ad un intervento ponderato alle specifiche caratteristiche multi-fattoriali, diverse in ogni singolo caso di infertilità.